Sabato 19 gennaio. Taccuino di viaggio. Appunti. Antonio Nardin (detto Quarin) nato a Capriva del Friuli e Maria Sgubin originaria di Cormons assieme ai loro cinque figli arrivarono ad Avellaneda di Santa Fe il 18 gennaio del 1879 e furono una delle 100 famiglie fondatrici della città che oggi festeggia il suo 140 anniversario di nascita. Gli ospiti d’onore (huespedes de honor) di questa festa, con tanto di delibera comunale, sono i Freevoices. Così quando arriviamo ci sono gli striscioni di benvenuto, c’è la bandiera italiana e i cartelli delle famiglie che ci ospitano con scritti i nomi dei ragazzi “Bienvenido Alessandro” “Bienvenida Alessia” “Bienvenido Nicolò “ ... Piove a. dirotto ma non importa perché la festa è festa e niente può fermarla. Allora , neanche il tempo di posare le valigie in camera che subito siamo portati all’ auditorium comunale dove ci aspetta il sindaco di Avellaneda per il discorso ufficiale di benvenuto e poi via tutti in pullman fuori città in campagna dove sono in corso i campionati internazionali di morra (gioco che qui si insegna alle elementari) e dove , dopo tutti i saluti e gli evviva agli hermanos friulani , cominciano a riempirci di cibo neanche fossimo morti di fame (sono 5 giorni che tutti ci danno da mangiare...). È un’accoglienza che stordisce e che un po’ comincia a preoccupare . Cosa si aspettano da noi i cittadini di Avellaneda ? Saremo all’altezza di tanta attesa ? . Per la città - scrive la delibera comunale - la presenza di questa agrupation coral si lega in maniera speciale alle origini dei propri antenati creando entranables lazos profondi e affettuosi vincoli che si consolidano e si approfondiscono dì giorno in giorno. È una responsabilità che pesa e che si fa sentire. Non sarà un concerto qualsiasi quello che dovremo tenere . Anche qui , come negli altri posti dove siamo stati, bisognerà dare il massimo e forse anche qualcos’altro. E veniamo al concerto. Che sia una serata speciale lo si capisce subito. Il teatro è pieno come un uovo e c’è tutta la solennità della celebrazione che comincia con l’atto ufficiale alla presenza delle autorità tra le quali il console italiano e il presidente del nostro consiglio regionale. La cerimonia è lunga e si freme dietro il palco cercando di non perdere concentrazione ed energia. Finalmente si comincia e sono subito applausi , prima di saluto e poi , via via che le note su dispiegano, sempre più di apprezzamento e di consenso. Finite le villotte di Maiero , molti che le hanno riconosciute ed hanno sentito con esse il cuore del Friuli si alzano in piedi commossi . Poi di nuovo tutti in piedi per le note italiane di Volare e di Con te partirò e giù applausi anche per il Centrattacco dei Cetra che diverte tutto il pubblico in sala. Sul palco i Freevoices sono energia pura . Si sente che avvertono il momento e che vogliono rispondere alla grande. E quando attacca Solo le pido a Dios capisci che questo è l’inno dell’Argentina perché scoppia subito l’applauso , si accendono i telefonini , si alzano le mani e poi tutti in piedi per un battimani che sembra non finire mai . Il concerto si chiude ma la gente vuole ancora ancora e ancora e così bisogna riprendere Solo le pido a Dios per cantarlo tutti assieme e lasciarci tra lacrime e sorrisi dietro ai quali si riconoscono anche le facce degli amici di Colonia Caroya e di San Francisco arrivati fin qui per risentirci e salutarci. Ce l’abbiamo fatta . La festa di Avellaneda adesso porta anche la nostra firma ed è una firma bella e importante nella quale c’è scritto grazie e ancora grazie . Domenica si canta in piazza e ci saranno 20.000 persone. Siamo pronti . Adesso non ci ferma nessuno. Alla prossima. #argentina2019
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